Lo storico Donato Calvi ci informa che Bartolomeo Colleoni, incurante delle critiche degli amministratori cittadini, per costruire la propria “nobile Cappella ed il suo eccelso sepolcro”, ha fatto abbattere le Sacrestie della Basilica di Santa Maria Maggiore, il Tempio della Città. Le autorità cittadine non hanno potuto impedire questa decisione però si sono rivolte al Senato Veneto per ottenere almeno la cifra (200 ducati) necessaria per fabbricare una nuova Sacrestia, non potendo, il Tempio, rimanerne privo. Calvi ci comunica che oggi è arrivata la risposta, ed è una risposta positiva. Si è così stabilito di ricostruire la Sacrestia distrutta e si è deciso quale debba essere il luogo idoneo: sarà lo spazio pubblico tra la chiesa ed il “Fontanone”, il maggiore deposito d’acqua della Città. Non sarà una costruzione totalmente nuova in quanto ora vi è una modesta costruzione ad uso Sacrestia, ma sarà un edificio molto grande ed architettonicamente più moderno di quello abbattuto dal “Grande Condottiero”: questa Sacrestia è ancora l’edificio che oggi è oggetto di ammirazione per la sua particolarità.