L’architetto Tito Spini, personalità nota e stimata in città per il suo impegno culturale e politico, ha pubblicato una lettera sulla stampa cittadina con la quale lancia un allarme sulle condizioni in cui versa l’ex monastero di Astino ... Il complesso che dal 1797, venne incamerato dalla Repubblica Cisalpina, come avvenne, con molti altri beni di proprietà dell’Ospedale, versa oggi in condizioni disastrose. Nucleo architettonico di eccezionale valore storico e di particolare pregio artistico l’ex monastero è ora in uno stato di grave abbandono e di degrado: roso dal tempo e dagli degli uomini Astino è ridotto a poco più di un rudere campestre. Della parte primitiva, il monastero di San Sepolcro dei Vallombrosani, che risale al XII° secolo, rimangono solo due celle ed i lacerti di una cappella. Anche il Chiostro, del XVI secolo, è malandato: si stanno scrostando gli intonaci e le pietre delle finestre cadono tristemente a terra. L’architetto Spini si rende conto che un restauro, od almeno un riordino complessivo, sia troppo gravoso per le attuali finanze pubbliche, ma pensa, e scrive, che l’intera città debba e possa prendersi cura di una struttura architettonica “così bella e rara”. Astino è un uno degli esempi più significativi degli antichi monasteri dell’area peri urbana ed il conservarlo dovrebbe essere un impegno di tutti, non solo degli Amministratori: salvare con l’ex monastero quel passato di civiltà, di religiosità e di tradizione artistica che è la nostra storia.