Fra pochi giorni si celebrerà il Centenario della Spedizione dei Mille che ebbe, nella nostra Città, un punto di riferimento molto significativo, sia per il numero dei partecipanti che per l’entusiasmo che a Spedizione sollecitò... In occasione di questo anniversario, oltre a tutta una serie di manifestazioni che vedranno anche la partecipazione del Presidente della Repubblica, il Comune ha pubblicato il seguente (lungo) manifesto che ricorda l’avvenimento in vista delle prossime celebrazioni ufficiali alla presenza del Presidente della Repubblica, Giovanni Gronchi :
<< Bergamaschi! Approssimandosi la data centenaria della gloriosa Spedizione dei Mille, la Città di Bergamo intende chiamare la cittadinanza al ricordo memore di quelle giornate che precedettero la storica intrapresa, mercé la quale si costituì l’Unità della Patria. Centoottanta furono i figli di Bergamo che risposero all’appello di Giuseppe Garibaldi nell’aprile del 1860, allorché si chiamarono a raccolta i generosi per la spedizione in Sicilia; mercé questo appuntamento d’arma e di gloria essi erano preannunciati sin dall’anno precedente all’epoca dei fatti di Villafranca, allorché Garibaldi, sorpreso a Lovere dalla notizia del concluso armistizio, non piegò l’anima a vago risentimento o ad amare recriminazioni ma nel prendere atto del fatto nuovo chiese ai Cacciatori delle Alpi" di tenersi pronti a nuovi sacrifici. Il moto conclusivo che doveva portare all’Unità d’Italia trovava così la propria radicazione in questa situazione di supito sconforto, in vista delle ulteriori impegnative prove che la vocazioni dei nostri Patrioti ardentemente segnava alimentando le confidenti loro speranze nelle luce del sacrificio dei compagni caduti durante la Prima Guerra di Indipendenza. Fu così che numerosi accorsero i giovani Bergamaschi, operai, studenti, professionisti, fu così che Bergamo ebbe l’onore di dare alla Spedizione dei Mille l’intera VIII° Compagnia, oltre a quelli, pur numerosi, che nati altrove avevano di Bergamo fatto la loro patria di elezione. E molti altri ancora per troppo giovanile età furono rinviati alle loro case; ma uno di essi, il quattordicenne Luigi Rodolfo Biffi, non tollerò la mortificazione dell’età e volo essere presente nella gloriosa epopea e nelle prime linee, sul campo glorioso di Calatafimi immolò la sua sbocciante giovinezza, mentre gli altri commilitoni, battendosi da prodi, meritarono alla Compagnia il significativo riconoscimento di Compagnia di ferro" e alla natia Bergamo l’ambito titolo di Città dei Mille"(come disse Garibaldi).