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Valentina Raimondo presenta il suo libro dal titolo Gabriele d’Annunzio e Adolfo de Carolis. “L’infinito della melodia”. Carteggio 1901-1927, edito da Silvana Editoriale.

Cosa

Con l’autrice intervengono Maria Elisabetta Manca e Maria Cristina Rodeschini. Ingresso libero.

Nella storia del successo editoriale e di immagine di Gabriele d’Annunzio un ruolo fondamentale è giocato dalle illustrazioni e i disegni che il Poeta ha fatto realizzare per corredare i suoi volumi o per fornire manifestazione visiva ai suoi motti.

Tra gli artisti che chiama a collaborare Adolfo de Carolis ricopre il ruolo di maggiore importanza data la longevità del loro rapporto lavorativo e d’amicizia e data la varietà di opere che d’Annunzio gli fa realizzare. De Carolis nasce il 6 gennaio 1874 a Montefiore dell’Aso (AP).
La sua formazione artistica avviene tra Bologna e Roma. In quest’ultima città entra a far parte del gruppo In Arte Libertas e si avvicina agli sviluppi stilistici dei pittori preraffaelliti. Dal 1901 è chiamato a Firenze come docente presso l’Accademia di Belle Arti. Nello stesso anno inizia a collaborare con d’Annunzio prima alla realizzazione delle scene e dei costumi per la Francesca da Rimini e poi alle illustrazioni della medesima tragedia.

L’artista, oltre che pittore, è abilissimo incisore. A lui si deve la riscoperta, tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo, della tecnica xilografica grazie alla quale de Carolis illustra i volumi di poeti come d’Annunzio e Giovanni Pascoli e periodici come “Leonardo” e “L’Eroica”. Tra i lavori che esegue su commissione del poeta abruzzese, oltre ai disegni per importanti opere come la già ricordata Francesca da Rimini, La Figlia di Jorio e la Fedra, si aggiungono anche le illustrazioni dei motti, la maggior parte dei quali vengono ideati da d’Annunzio durante il periodo della Prima guerra mondiale e gli anni dell’impresa di Fiume.

Il rapporto tra i due artisti si trasforma ben presto da puramente lavorativo a relazione di stima e di amicizia. Ne sono testimonianza il corposo numero di lettere che i due si scambiano tra il 1901 e il 1927. Conservato in parte presso gli archivi della Galleria Nazionale di Roma (Fondo Adolfo de Carolis) e presso gli archivi della Fondazione Il Vittoriale degli Italiani, il carteggio tra i due è per la prima volta pubblicato integralmente in questa pubblicazione curata da Valentina Raimondo.

Attraverso una lettura dei documenti e delle opere la Raimondo ha tracciato la storia del rapporto tra Gabriele d’Annunzio e Adolfo de Carolis individuando le diverse fasi attraverso cui i due artisti hanno sviluppato la loro amicizia. Sebbene il Poeta abbia avuto, per sua natura, una maggiore influenza rispetto all’amico illustratore, non sono rari i casi in cui è proprio de Carolis a stimolare a d’Annunzio alcune importanti riflessioni come la maggiore e più democratica diffusione dei suoi libri o la rappresentazione della sua immagine attraverso i motti.

Dove

Nella Sala tassiana della Biblioteca Civica Angelo Mai di Bergamo

Quando

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